SER.T Canicattì'

Azienda  Unità  Sanitaria  Locale  N° 1
Agrigento


S E R.T.S E R.T.  
Servizio  Tossicodipendenze
Canicattì

via E. Medi  Tel. e Fax  0922-733534
per quesiti consigli ed informazioni potete scrivere con email a : alinfra@tin.it
il servizio è gratuito per gli utenti del giornale sicilnews

Il Ser.T. (Servizio Tossicodipendenze) è un Servizio della A.U.S.L. che si occupa del problema della tossicodipendenza in tutti i suoi aspetti.
Gli ambiti di intervento riguardano:

  • La prevenzione, che implica un’azione educativa rivolta alla famiglia, alle scuole ed al territorio, finalizzata ad evitare la diffusione del fenomeno droga.
  • Il momento terapeutico, riguardante la presa in carico dei soggetti tossicomani proponendo un approccio multimodale a seconda delle problematiche emergenti e delle diversità individuali.
  • La riabilitazione, finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo del soggetto tossicomane che rappresenta l’obiettivo terminale dell’intervento globale.

Nello specifico i servizi prevalenti che vengono erogati sono:
Diagnosi e Terapia medica
Psicoterapia individuale e di gruppo

                          Collaborazione con le Scuole, Istituzioni, Enti e Volontariato
                           Interventi di prevenzione e formazione
                                     Consulenza sociale
                            Gruppi di auto-aiuto
Interventi con e sulle famiglie
Attivazione di progetti di tipo sociale, educativo e di inserimento lavorativo.

 

...S.e.r.t. di Canicattė...

SER.T.      Canicatti’
Il Ser.T. (Servizio per le Tossicodipendenze) di Canicattì è in attività dal 1993  come previsto dalla legge 309/90 e dal D.L. 444/90. 
Per la complessa problematica della tossicodipendenza e per le varie attività che debbono essere svolte, nel Ser.T. operano varie figure professionali: Medici, Infermieri, Psicologi, Assistenti Sociali.
            Il Ser.T. di Canicattì, nel rispetto dei compiti assegnati dalle leggi vigenti, tratta prevalentemente i soggetti tossicodipendenti risiedenti nel territorio del Distretto; accoglie anche soggetti provenienti da altri Distretti o altre AUSL che per motivi validi fanno richiesta di terapie.
I Comuni che fanno capo al Distretto  sono: Canicattì, Camastra, Campobello di Licata, Castrofilippo, Grotte, Naro, Racalmuto, Ravanusa.
            Annualmente il Servizio tratta circa duecentocinquanta utenti con terapie integrate (medicho-farmacologiche e socio-psico-pedagogiche) o con esclusive terapie mediche o socio-psicologiche. 
Le attività svolte dal Ser.T. di Canicattì si possono così riassumere: Prevenzione, Trattamento, Reinserimento dei Soggetti Tossicodipendente ed Alcooldipendenti.
Prevenzione:
L’attività di prevenzione viene espletata principalmente nelle scuole, nelle associazioni di Volontariato, ed in tutti gli enti o strutture in cui si rileva la necessità di affrontare le problematiche giovanili.
Gli interventi di prevenzione, dopo uno studio delle esigenze della scuola e del territorio di appartenenza dell’Istituto e dopo una adeguata e concordata programmazione, vedono la partecipazione di più figure professionali operanti nel Ser.T. Gli stessi principi di programmazione valgono per le associazioni di Volontariato e per tutte le strutture che richiedono gli interventi degli Operatori del Ser.T.
Attività all’interno del Servizio:
            L’utenza che viene presa in carico dal Ser.T. può essere volontaria, inviata dalla Prefettura o dagli Organi Giudiziari; in ogni caso è sempre garantito l’anonimato.
Per tutta l’utenza è consigliato il coinvolgimento di un familiare che svolga attività di riferimento.
L’utente che si presenta per la prima volta al Servizio viene sottoposto a controlli medici e colloqui socio-psicologici di valutazione e successivamente si predispone il programma terapeutico personalizzato.
Dalla presa in carico e per tutto il periodo di trattamento, l’utenza viene monitorizzata con controlli urinari per la ricerca di cataboliti delle droghe e controlli ematici per la funzionalità epatica e per eventuali casi di HIV e di epatiti B o C.
Le terapie farmacologiche proposte sono:
terapia con farmaci sintomatici e successiva terapia con naltrexone;
terapia metadonica (a scalare a breve o medio termine o a mantenimento);
terapia con buprenorfina (a scalare od a mantenimento).
Con le terapie farmacologiche  viene proposta la terapia socio-psicologica individuale e familiare o di gruppo.   Generalmente un programma terapeutico dura qualche anno.

La dipendenza è un fenomeno in cui particolari sostanze, comunemente indicate con il termine “droghe”, sono gli agenti eziologici.
L’individuo continua ad assumere una sostanza per sperimentarne gli effetti, nonostante le conseguenze fisiche e sociali.

 

DEFINIRE LA DROGA

La definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla fine anni ‘60 per indicare le droghe o le sostanze stupefacenti è la seguente:
Qualsiasi sostanza, naturale (piante, foglie, ecc.) o sintetica (prodotta in laboratorio), che introdotta nell’organismo può modificarne le funzioni (movimenti, periodi di sonno o veglia, respiro, attività cardiaca, ecc.) e che provoca alterazioni del Sistema Nervoso Centrale (cervello).
Quindi le droghe sono Sostanze capaci di modificare l’attività mentale, il pensiero, gli affetti, la vita di relazione; in una parola la personalità.
DEFINIRE LA DROGA
Qualsiasi “DROGA” ha le caratteristiche capaci di determinare:
1) tolleranza acquisita
2) dipendenza fisica
3) dipendenza psicologica
LA TOLLERANZA ACQUISITA
La tolleranza acquisita si instaura quando dosi progressivamente maggiori di un farmaco devono essere somministrate per ottenere gli effetti desiderati.
LA DIPENDENZA FISICA
La dipendenza fisica si instaura quando una sostanza è assunta per un certo periodo di tempo in quantità mantenute costanti per giorni, settimane o mesi.
Si manifesta come sindrome di astinenza, che compare quando l’assunzione è sospesa, oppure in seguito alla somministrazione di uno specifico antagonista.
L’individuo che fa uso di droghe, per la paura della comparsa dei sintomi spiacevoli della astinenza, continua ad utilizzarle abusandone.
LA DIPENDENZA PSICOLOGICA

La dipendenza psicologica è caratterizzata dal craving (bramosia irrefrenabile) per una sostanza.
Il craving scatena nel soggetto la spasmodica ricerca della sostanza, sia per paura dell’astinenza e sia per la convinzione di non potere svolgere le normali attività quotidiane senza la droga.
La dipendenza psicologica è un elemento fondamentale della tossicodipendenza, la vera dipendenza, di cui la tolleranza e la dipendenza fisica sono corollario.

A differenza della dipendenza fisica, che può essere curata in pochi giorni con terapie farmacologiche sostitutive adeguate, la dipendenza psicologica risulta più difficile da controllare poiché necessita della disposizione del soggetto ad allontanarsi dall’ambiente in cui è vissuto fino a quel momento ed a seguire un trattamento psicologico di sostegno.
SVILUPPO DEL CERVELLO NEI GIOVANI

Il cervello comincia la sua maturazione acquisendo gli stimoli del mondo esterno a partire dalla nascita, ma completa tale processo tra i 20 e i 21 anni con importanti varianti individuali.
Durante tutto questo processo le cellule cerebrali sono particolarmente sensibili e la loro fisiologia e naturale maturazione può venire facilmente alterata e deviata dai forti stimoli provenienti dall’esterno come quelli prodotti dalle droghe e dall’alcol.
Tutte le sostanze stupefacenti sono in grado, anche a basse dosi, di interferire con la maturazione cerebrale.
Mentre le cellule cerebrali maturano e le relazioni tra esse si consolidano, la persona sviluppa sempre di più la sua personalità e il suo funzionamento mentale.
Risulta evidente che, se il cervello di un ragazzo in piena maturazione, viene bombardato con sostanze in grado di stimolare enormemente e intossicare le cellule nervose in evoluzione (e quindi particolarmente sensibili) non potrà avere uno sviluppo fisiologico normale, ma sarà deviato dalla sua naturale evoluzione.
I danni quindi, che queste sostanze sono in grado di produrre nel cervello dei ragazzi alterano enormemente importanti e delicati sistemi neuropsicologici all’interno di un sistema cerebrale in piena maturazione, creando, oltre a danni fisici, anche il persistere di percezioni alterate del proprio essere e del mondo esterno.
Queste percezioni vengono memorizzate dall’individuo creando quindi una distorsione cognitiva che può permanere per moltissimo tempo se non addirittura per tutta la vita, condizionando il “sentire”, il “pensare”, il “volere” e, in ultima analisi, il proprio comportamento.
Questi sono i rischi a cui vanno incontro molti ragazzi che usano nell’età dell’adolescenza droghe e alcol esponendo se stessi ad una violenza neurologica e psichica di cui ignorano sicuramente la gravità.
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE DROGHE D’ABUSO
Le sostanze di abuso possono essere classificate secondo vari criteri:
• giuridici (legali ed illegali)
• di pericolosità (leggere e pesanti)
• di preparazione (naturali, semisintetiche e sintetiche)
• farmacologici (in base a caratteristiche farmacodinamiche e strutturali)

I criteri giuridici risentono delle legislazioni dei singoli Stati.
In Italia la legge ha classificato le delle sostanze stupefacenti e psicotrope, suddividendole in varie tabelle.
Il criterio di pericolosità distingue le sostanze d’abuso in rapporto alla loro pericolosità individuale e sociale.
Vengono definite droghe pesanti:
Gli oppiacei, La cocaina, Le amfetamine, Gli allucinogeni, I barbiturici, L’alcol etilico.
Sono considerate droghe leggere:
I derivati della canapa indiana, La nicotina, La caffeina, I solventi volatili.
Questa classificazione si presta a molte critiche ed ha generato sottovalutazione intorno alla reale tossicità delle droghe definite leggere senza alcun riferimento a dose e modalità d’assunzione. In realtà l’aggettivo pesante o leggero è da riferire più adeguatamente ai consumatori piuttosto che alle sostanze d’abuso.

C A N N A B I S
La cannabis è una sostanza
stupefacente
che viene prodotta dalla pianta della
canapa.
La canapa, originaria dell'Asia centro-meridionale, è ormai presente e coltivata in quasi tutto il mondo
Dalla canapa, soprattutto dalla sottospecie indica, si ottengono:
l'hashish (la resina dei fiori impastata grasso animale)
la marijuana (miscela di varie parti essiccate della pianta, soprattutto le infiorescenze e le foglie).
I derivati della cannabis adoperati come droghe vengono introdotti nell'organismo per via inalatoria (fumo) e gli effetti iniziano a manifestarsi dopo pochi minuti dall'assunzione.
L’uso della cannabis causa anche degli effetti psicologici, che si possono distinguere in immediati ed a lungo periodo.
Tra i primi si segnalano la dilatazione della percezione del tempo, l'incremento dell'intensità e della vivacità degli stimoli sensoriali e delle percezioni, aumento della ideazione, mancanza di coordinazione tra ciò che si pensa e ciò che si dice. Possono essere presenti condizioni mentali che portano ad euforia, loquacità, rilassamento.
A lungo termine possono evidenziarsi instabilità dell'umore, trascuratezza personale, passività, apatia, demotivazione, calo nella capacità di tollerare frustrazioni, deficit della memoria e dell'attenzione.
Si segnalano inoltre, non di rado, reazioni psicologiche negative quali irritabilità, manie di persecuzione, confusione, ansia, disorientamento, reazioni di panico, veri e propri episodi psicotici di vario genere.
ALCOOL
In Italia l'alcol è da tempo immemorabile parte integrante della cultura e dell'economia.
La percezione sociale spesso non considera l’uso delle bevande alcoliche come sostanze capaci di indurre comportamenti di abuso e dipendenza.
Cosa è l'alcol?
L'alcol etilico (o etanolo) è una sostanza che si ottiene mediante fermentazione di zuccheri o amidi di origine vegetale
Accanto ai "fermentati" (vino, birra) esiste anche un'altra categoria di bevande alcoliche: quella dei "distillati" (grappa, whisky, ecc.). In tal modo si può ottenere anche alcol ad altissima gradazione per usi diversi da quelli alimentari.
Nell'organismo umano l'alcol viene assorbito molto rapidamente, in parte già dalla mucosa gastrica e poi da quella intestinale, senza subire processi digestivi.
Sia attraverso il sangue che attraverso i canali digestivi, l'alcol arriva al fegato, dove viene metabolizzato, prima ad acetaldeide, poi ad acido acetico ed infine ad anidride carbonica ed acqua.
Effetti dell’Alcool
L'effetto iniziale dell'alcol si traduce in :
aumento della loquacità,
accresciuta socievolezza,
disinibizione, fino alla sensazione di onnipotenza.
Al crescere delle dosi gli effetti dell'alcol iniziano a interferire :
con i processi ideativi,
con i movimenti,
con l'equilibrio,
con l'articolazione del linguaggio,
con la vista
All'iniziale innalzamento del tono dell'umore segue un effetto deprimente con :
sonnolenza,
appannamento della vista,
rallentamento dei riflessi,
mancanza d'attenzione fino a depressione e isolamento.
Non di rado l'effetto dell'alcol può condurre a comportamenti violenti.
La presenza di 50 mg. di alcol in 100 ml. di sangue (alcolemia pari a 0,5%, in termini di grammi ogni 100 ml.) è il limite previsto, in Italia, dal codice della strada.
Cocaina
La cocaina è un alcaloide presente in natura soprattutto nella Erytroxylon Coca, pianta presente e coltivata da millenni nelle zone andine dell'America meridionale.
Nonostante i divieti di legge, l'uso della cocaina si è protratto, ed essa è tuttora una fra le sostanze d'abuso più diffuse.
Da un consumo ristretto ad alcune élite sociali e intellettuali, la cocaina negli ultimi anni si è riproposta come fenomeno di massa.
La sostanza viene assunta per via nasale ("sniffata"), e non sono rari i casi di gravi danni alle mucose e ai tessuti del naso, fino alla perforazione del setto, oppure viene consumata, ancor più pericolosamente, per mezzo di iniezioni endovenose.
L’utilizzo cocaina provoca notevoli effetti sulla psiche, che consistono in temporanea euforia, aumentata sicurezza e fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, diminuzione delle sensazioni di fatica fisica e mentale.
La persona sotto l'effetto della cocaina è in genere iperattiva, ipereccitabile, molto loquace, intraprendente, socievole e portata al movimento.
In tali condizioni l'individuo sperimenta una sensazione di accelerazione dei processi cognitivi e di pensiero, che può manifestarsi con espressioni esagerate di grandezza e di potenza, comportamenti bizzarri, fino alle allucinazioni, ad eccessi di violenza.

Oppiacei :
Eroina, Morfina
L’oppio è il lattice disseccato ottenuto dalle capsule del papavero sonnifero originario dell’area mediterranea e coltivato da tempo in molti paesi.
I derivati dall’oppio, sono usati in medicina come sedativi del dolore (in casi di infarti del miocardio, dolori oncologici, gravi traumi), dotati contemporaneamente di azione tranquillante.
I più comuni derivati dall’oppio sono la morfina e la codeina.

L'EROINA

 

L’EROINA è una sostanza semi-sintetica derivata dalla morfina e risulta essere molto più potente di questa.
Appare come polvere finissima bianca, bruna o rossastra a seconda della purezza ed a seconda della provenienza.

Normalmente nel cervello dell’organismo umano sono presenti centri cellulari che producono dei mediatori chimici, dette endorfine, che agiscono permettendo alla persona di avere sensazioni di piacere o di dolore.
Gli Oppioidi si legano alle cellule di questi centri bloccando la produzione delle endorfine ed agendo in maniera più potente ma per breve tempo.

L’eroina agisce sull'organismo umano producendo diversi effetti. L'intensità di tali effetti varia a seconda che la sostanza sia introdotta per via orale, inalatoria (fumata o "sniffata"), intramuscolare, sottocutanea o endovenosa.
MODALITA’ DI ASSUNZIONE

L’eroina viene solitamente introdotta nell’organismo per via endovenosa o viene inalata (sniffata o fumata). Raramente può essere pure introdotta per via orale o intramuscolare.
Con la via di introduzione variano gli effetti : immediati per la via endovenosa o per via inalatoria poiché rapidamente la sostanza arriva al cervello, lenti per le altre vie.
L’eroina è molto consumata sul mercato illegale, e risulta essere la droga più redditizia per chi la vende (spacciatore).
Risulta venduta sotto forma di polvere bianca o marrone, oppure sottoforma di barrette dal colore scuro che riscaldate si sciolgono anche con acqua.
L’eroina che viene spacciata subisce vari passaggi prima di arrivare al consumatore. In ogni passaggio, tra i vari spacciatori, viene mescolata (tagliata) con varie sostanze per aumentarne la quantità e quindi il guadagno. La dose che viene venduta all’ultimo consumatore contiene dal 15% al 30% di eroina, la rimanente parte è costituita da sostanze che possono provocare vari effetti e danni.
Può essere tagliata con sostanze che ne accentuano l’azione depressiva ( barbiturici), sostanze anestetiche (lidocaina) o sostanze che ne contrastano gli effetti secondari sgradevoli (anfetamina, caffeina) o con sostanze come la mannite o la parte in polvere di certi farmaci.
L’eroina di strada può essere pure "tagliata" con altre droghe o con sostanze come zucchero, amido, latte in polvere, the, se lo spacciatore è “onesto”, ma può pure succedere di trovare lo spacciatore “disonesto” che taglia l’eroina con veleno per topi, stricnina, sterco essiccato, sabbia di fiume, ecc.
Le iniezioni endovenose producono un effetto più intenso che inizia molto rapidamente (dai 7 agli 8 secondi), mentre le iniezioni intramuscolari producono l’effetto più lentamente (dai 5 agli 8 minuti). Quando l’eroina viene sniffata o fumata, l’apice del suo effetto viene raggiunto solitamente dopo 10 - 15 minuti.
Generalmente la persona che utilizza eroina ricerca l’intenso piacere immediato, per cui utilizza la via endovenosa per provare il cosiddetto “Flash” che dura pochi secondi. Questa è una sensazione di calore e di benessere che sale dalle viscere ed arriva al cervello, paragonabile ad un orgasmo.
Subentra poi la tipica condizione di "anestesia emotiva" dei morfinomani ed eroinomani, il senso di distacco, di ovattamento, di indifferenza e inattaccabilità, di appagamento, il disinteresse affettivo, uno stato di rallentamento dei processi percettivi e mentali in genere che si manifestano con sonnolenza e indolenza.
Lo stato che così si determina è caratterizzato dall'assenza di ogni preoccupazione e da una marcata tendenza all'apatia ed all’indifferenza esterna.
Il criterio di preparazione viene per lo più viene utilizzato come corollario alle altre classificazioni.
Solitamente, si fa riferimento a proprietà e tossicità delle droghe da farmacia, mentre, la pratica clinica mette a confronto quelle “da strada”, il cui grado di purezza ed il cui contenuto in contaminanti, adulteranti e sostanze da taglio è estremamente variabile.
La classificazione delle sostanze di abuso secondo criteri farmacologici è la più utile ed accettata. Distinguiamo:
• oppioidi
• psicostimolanti
• deprimenti del SNC
• alcol etilico
• nicotina e tabacco
• cannabinoidi
• allucinogeni
• inalanti
Può succedere nei consumatori cronici di eroina per via endovenosa che si instauri un legame con il “rito” del buco o con i preliminari della preparazione della dose. Ciò porta il tossicomane a provare piacere anche ad iniettarsi altre sostanze o semplicemente ad introdurre una siringa vuota immaginando di utilizzare eroina.
Le ripercussioni dell'alcol sulle condizioni nutrizionali sono particolarmente gravi, per diversi aspetti. In primo luogo le modificazioni prodotte sul Sistema Nervoso Centrale determinano la soppressione dell'appetito e notevole riduzione della quantità dei cibi ingeriti.
Parallelamente l'alcol svolge una funzione diretta sui processi digestivi: interferisce col metabolismo epatico, pancreatico e gastrointestinale determinando il malassorbimento, la scarsa utilizzazione e la facile escrezione di molte sostanze utili.
L'assunzione di alcol, come le droghe, può condurre all'instaurarsi dei fenomeni di tolleranza e astinenza.
La tolleranza si manifesta con il tempo e la persona che fa uso di alcool, per ottenere gli effetti desiderati necessita di aumentare la quantità assunta.
Può speso succedere che non si riesca a tenere conto del quantitativo di alcool assunto poiché dopo i primi bicchieri si comincia ad alterare lo stato psico-fisico della persona che non riesce più a ricordare ed a connettere.

La sindrome di astinenza si manifesta quando c’è una riduzione del livello di alcool nel sangue.
In genere i sintomi di astinenza compaiono dopo 6 - 30 ore dall'ultima assunzione e sono legati al grado di assuefazione raggiunto.
L’Astinenza alcolica ha inizio dopo 6 - 8 ore dall'ultima assunzione di alcol e la sua durata è varia. Si manifesta con disturbi gastrointestinali, ansia, tachicardia, ipertensione, tremori, irritabilità. In alcuni casi si aggiungono allucinazioni (visive e uditive) che conducono ad alterazioni comportamentali.
Nei casi più gravi si arriva al Delirio da astinenza alcolica che può comparire a circa 48-72 e che, oltre ai sintomi già descritti, può comportare convulsioni di tipo epilettico. Tale situazione può evolvere nel fenomeno conosciuto come Delirium Tremens, che si manifesta in alcolisti con una lunga storia di abuso. Il delirium consiste in una situazione di profonda confusione e disorientamento, con febbre, vivide allucinazioni (anche tattili), sudorazione, aumento della frequenza cardiaca, ipertensione.
L’assunzione di cospicue quantità può determinare il "coma etilico" che può essere fatale per arresto della funzione respiratoria e di quella cardiaca.
I danni fisici e psichici arrecati dall'alcol sono molto consistenti e l'abuso prolungato ha ripercussioni negative su quasi tutti gli organi e i tessuti del corpo:
A carico del fegato si passa dalle epatiti alcoliche alla cirrosi epatica con varici esofagee sanguinanti, a carico dello stomaco si hanno gastriti e ulcere, a carico del cuore si ha ipertensione ed infarto cardiaco, a carico degli arti polinevriti (processi infiammatori degenerativi a carico dei nervi); si registrano pure danni al pancreas ed alle ghiandole.
L’uso di alcool porta a malnutrizione con carenza di vitamine che determinano gravi ripercussioni sulla memoria ( malattia detta sindrome di Korsakoff).
I danni più seri si hanno a carico delle cellule cerebrali con forme di atrofia che portano a patologie neuro psichiatriche.
Con un livello di 150 mg/100 ml si manifesta un intenso stato di ubriachezza.
Alcune variabili possono influenzare il raggiungimento di tali livelli:
sono significativi la differenza di sesso, la velocità di ingestione, l'assunzione a digiuno o a stomaco pieno, il peso corporeo, le differenze individuali relative alla velocità di metabolizzazione.
In media un individuo adulto può metabolizzare circa 15 grammi di alcol in un'ora; l'eventuale quantità eccedente rimane nel circolo sanguigno, raggiungendo i vari organi ed attraversando la barriera ematoencefalica arriva al cervello.
Gli "spinelli" sono il metodo di
assunzione più frequente
L'uso costante può indurre uno stato di demotivazione verso le normali attività e perdita di interessi.
È scientificamente provato che la cannabis rallenti i riflessi e induca una sensazione di falsa efficienza.
La cannabis può generare una forte dipendenza psicologica, poichè può sviluppare un bisogno costante dei suoi effetti artificiali per riuscire a socializzare e relazionare "normalmente".
L’effetto dello spinello ha una durata di qualche ora determinando successivamente uno stato di depressione e di sonnolenza
Si è notata una tendenza all'aumento delle dosi con il passare del tempo per mantenere gli stessi effetti.
L’uso della cannabis è spesso causa di incidenti stradali.
Il possesso per uso personale comporta sanzioni amministrative (sospensione della patente, passaporto, porto d’armi).
Gli effetti dell’uso della cannabis procurano alla persona che le usa delle modificazioni fisiche a breve termine ed a lungo periodo.
A breve termine si segnala tachicardia (aumento del battito del cuore), vasodilatazione, aumento della salivazione e della sensazione di fame, irritazione delle congiuntive (i classici occhi arrossati), riduzione dei riflessi, incertezza nell'equilibrio e nel coordinamento psico-motorio; possono anche verificarsi episodi di cefalea e di tosse.
A lungo termine possono verificarsi alterazioni del sonno, congiuntiviti, bronchiti.

Ancora l’uso della cannabis può causare alterazioni del metabolismo cellulare, dello sviluppo fetale, della motilità degli spermatozoi, della funzione vascolare, delle cellule dei tessuti cerebrali e del sistema immunitario di difesa.

Per quanto riguarda l'apparato respiratorio si può assumere che il "peso" di uno spinello sia paragonabile a quello di 4 sigarette.
L'uso di cocaina procura notevoli effetti dannosi sia fisici sia psicologici, agendo su vari apparati dell'organismo umano :
A carico del cuore la cocaina può determinare aritmie cardiache (battiti accelerati ed aumentati) e collassi.
A carico dell’apparato respiratorio determina restringimento dei bronchi (broncospasmo) che portano ad aumentare il ritmo respiratorio (iperventilazione).
A carico dell’apparato digerente si possono manifestare gastriti, stitichezza, nausea, vomito.

Ancora l’uso di cocaina può anche essere responsabile di cefalee, ritenzione urinaria, sudorazione, brividi..
La persona che fa uso di cocaina ha una attività muscolare aumentata, che può manifestarsi anche con tremori.

Il quadro patologico comprende spesso la malnutrizione e la consistente perdita di peso, poiché viene ridotto lo stimolo della fame e contemporaneamente si registra una notevole perdita di energie essendo la persona che ha fatto uso di cocaina iperattiva ed in continuo movimento.
Spesso la cocaina è usata con alcolici, con hashish, assieme ad eroina o con altri farmaci; in questi casi si determinano stati di poliabuso che aumentano i rischi mortali.

Generalmente i trafficanti mescolano la cocaina con altre sostanze, come talco e/o zucchero; con un anestetico locale di composizione chimica simile o con altri stimolanti, come le amfetamine procurando in chi la assume ulteriori ed imprevedibili danni fisici.
Come tutte le droghe, anche la COCAINA presenta le caratteristiche di dare ASSUEFAZIONE E DIPENDENZA.
L’effetto della assunzione di cocaina dura in genere poche ore, e, terminato questo periodo di eccitazione, la persona si sente stanca, svuotata di energie, depressa, irritabile, ansiosa, insonne.
Questo stato di abbattimento e di depressione porta il soggetto a riutilizzare la sostanza per sentirsi nuovamente attivo; si fa avanti il bisogno ed il desiderio irrefrenabile della sostanza (craving) che lo porta a cronicizzare nell’uso della cocaina. Il bisogno della sostanza lo porta a farne uso più volte al giorno.
Con la cronicità il soggetto ha necessità di aumentare la dose assunta per avere gli effetti desiderati.
L'assunzione di quantità elevate di cocaina può determinare all'overdose, che si manifesta con depressione del sistema nervoso centrale, paralisi muscolare, paralisi respiratoria e morte. Altri eventi fatali possibili sono l’ictus cerebrale e l’infarto cardiaco.
Non esistono antagonisti specifici per la cocaina, quindi il sovradosaggio può essere affrontato solo attraverso terapie sintomatiche di supporto.
I fenomeni di dipendenza e tolleranza non tardano molto nel determinare la riduzione degli effetti ricercati, con la parallela tendenza all'innalzamento delle dosi. Così, in non molto tempo, alla cosiddetta "fase di innamoramento" per la sostanza si sostituisce la routine principalmente tesa ad evitare gli effetti sgradevoli dell'astinenza.
La sintomatologia di astinenza in persone dipendenti da eroina può essere piuttosto spiacevole, tuttavia non costituisce un pericolo per la sopravvivenza.
La sindrome astinenziale inizia dopo 8 - 16 ore dall'ultima assunzione. I sintomi raggiungono la massima intensità fra le 36 e le 48 ore, per poi progressivamente decrescere e risolversi nel giro di circa una settimana. Tuttavia strascichi sui normali ritmi veglia-sonno possono permanere un po' più a lungo, così come possono permanere o ripresentarsi oscillazioni nel tono dell'umore, che spesso portano il soggetto a ricadute.
I sintomi ricorrenti dell'astinenza da eroina sono (con intensità variabile): dolori muscolari e articolari, alterazioni della termoregolazione (sensazioni di caldo e freddo, sudorazione), rinorrea (gocciolamento del naso), orripilazione (pelle d'oca), nausea, vomito, diarrea, insonnia, ansia e irritabilità, irrequietezza, dilatazione delle pupille, tremori muscolari, mancanza d'appetito, sbadigli, lacrimazione, palpitazioni.
Particolarmente insidioso e pericoloso è il fenomeno del sovradosaggio o overdose da eroina.

Il fenomeno è in relazione alle variazioni di principio attivo contenuto nelle sostanze provenienti dal mercato nero, ed alle mutevoli condizioni di tolleranza delle persone, per esempio a seguito di prolungati periodi di astinenza.
L'overdose da eroina può provocare decesso per asfissia, agendo la sostanza come potente sedativo dei centri che regolano la funzione respiratoria.
L'overdose si manifesta con perdita di coscienza, progressivo rallentamento della respirazione, collasso cardiocircolatorio, coma e morte.

In situazioni del genere si deve, nel giro di pochi minuti, effettuare un intervento d'urgenza presso strutture sanitarie che dispongono di mezzi farmacologici (antagonisti) e terapeutici in genere adeguati per affrontare con efficacia tale genere di urgenze.
Le amfetamine
Le amfetamine sono una particolare categoria di stimolanti, prodotte chimicamente
Possono essere assunte per via orale, endovenosa o possono essere fumate.
Oggi, spesso, le anfetamine vengono usate come sostanze da taglio: unite a MDMA (ecstasy) o LSD, preparate in pasticche e spacciate sotto il nome di ecstasy o acidi.
Le amfetamine sono stimolanti del Sistema Nervoso Centrale, la cui assunzione provoca incremento della vigilanza e della capacità di concentrazione, accrescimento del senso di potenza fisica e mentale, propensione all'attività fisica e alla comunicazione verbale (caratterizzata dal repentino susseguirsi e accavallarsi di argomenti), riduzione del sonno, della sensazione di fatica, dell'appetito.
L'uso di anfetamine continuato è in genere seguito da un periodo di "crollo psicofisico": quando l'effetto finisce il soggetto si sente svuotato, spossato, irritabile, depresso.
La tentazione di allontanare da sé questi effetti negativi può spingere ad assumerne ancora, provocando dipendenza psicologica, e a ricercare una maggiore quantità di sostanza per provare nuovamente quelle stesse sensazioni di benessere psichico e fisico.
Fattori di rischio sono gli effetti devastanti che questa droga può provocare sul cervello.
EFFETTI DELLE ANFETAMINE

Le amfetamine producono dilatazione dei bronchi, aumento del ritmo respiratorio e pericoloso incrementando del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa.
Provocano anche aumento della temperatura corporea, secchezza delle fauci nonché broxismo, cioé la tendenza a digrignare i denti.
Tipica è la sensazione di accelerazione e di "urgenza" delle cose che, associata all'inibizione delle sensazioni della fatica, del sonno, della sete e della fame, può indurre a notevole iperattività e a stress inavvertiti.
L'uso prolungato di amfetamine può causare disordini seri nel ritmo veglia-sonno e può anche evolvere verso manie di persecuzione, ossessioni, disturbi paranoici in genere ed episodi psicotici. La cronicità può determinare un vero e proprio decadimento fisico (con affaticamento, umore instabile, insonnia), problemi relazionali, psicosi, comportamenti aggressivi, allucinazioni e idee di suicidio.
L'astinenza da amfetamine, dopo l'uso prolungato, si presenta come una severa forma di depressione fisica e psicologica. La sintomatologia inizia entro le 24 ore dalla sospensione del farmaco e può persistere a lungo, anche mesi.
L'astinenza comporta irritabilità, ansia intensa, senso generale di affaticamento e può anche portare ad idee di suicidio.
Esiste anche il rischio di overdose correlato all'uso di amfetamine che si manifesta con spasmi muscolari, tachicardia, rapido innalzamento della temperatura corporea, convulsioni e nei casi estremi possono sopravvenire collassi e morte.
ecstasy
Per Ecstasy si intende generalmente l’MDMA (metamfetamina), una molecola nella quale la parte amfetaminica e quella allucinogena si combinano dando luogo ad una sostanza che viene classificata come empatogena ed entactogena (cioè consente di entrare in sintonia con gli altri e con se stessi).
In genere l’ecstasy viene assunta per via orale, sotto forma di pastiglie o capsule, e i suoi effetti hanno una durata che va dalle 4 alle 6 ore circa.
Generalmente viene assunta in luoghi quali la discoteca e l'assuntore può sperimentare un profondo senso di comunanza con la folla e un'irresistibile impulso a ballare.
L'ecstasy comincia ad agire dopo circa mezz'ora/un'ora dall'assunzione e gli effetti possono durare per 4-6 ore, per poi scendere.
L'MDMA provoca un rilascio massiccio di serotonina e di altri neurotrasmettitori (sostanze chimiche presenti nel cervello, che trasmettono gli impulsi nervosi regolando l'attività cerebrale e fisica); ciò permette di essere in maggiore sintonia con gli altri, di provare sensazioni di intimità e vicinanza, di sentirsi carichi ed eccitati ma al tempo stesso profondamente rilassati.
Gli effetti dell’ecstasy si possono considerare tra quelli dell’amfetamina e quelli degli allucinogeni: uniscono effetti di eccitamento a effetti di natura psichedelica.
Con l'assunzione sembrano sparire le barriere e le inibizioni. 
Tra gli effetti psicologici indotti dall’ecstasy si registrano:
Miglioramento dell’umore
Sensazione di vicinanza emozionale verso gli altri (empatia)
Miglioramento delle capacità di socializzare
Facilità di comunicazione
Potenziamento delle sensazioni e delle percezioni
Diminuita percezione della fatica, fame e sete
Alterazione del senso del tempo
Un grosso pericolo è rappresentato dalle pasticche vendute sul mercato illegale che possono contenere sostanze nocive o tossiche e sono spesso mescolate con altre sostanze d'abuso come cocaina, cannabis, allucinogeni, anfetamine, farmaci (sedativi ed oppiacei).
RISCHI A BREVE TERMINE

Assumendo MDMA, il pericolo principale a cui si può andare incontro in situazioni affollate e di ballo sfrenato, è il "colpo di calore" (ipertermia maligna): un aumento velocissimo della temperatura corporea (anche sopra i 42°) con un contemporaneo aumento della pressione sanguigna.
Il colpo di calore può essere fatale perché sopra i 40 gradi, il sangue inizia a formare grumi o emboli che impediscono la normale circolazione. I casi più gravi portano ad arresto cardiaco o a ictus cerebrale.
Il surriscaldamento è un altro grave rischio che si corre assumendo l’ecstasy.
L’ecstasy, infatti, viene consumata per lo più in discoteca, dove con il movimento del ballo si perdono molti liquidi, con conseguente disidratazione.
Il rischio è molto alto specialmente se si consuma contemporaneamente anche alcol che favorisce ulteriormente la disidratazione.
Il surriscaldamento e l’innalzamento della pressione sopra la soglia di allarme possono portare a collasso cardiocircolatorio, blocco renale, trombosi fino alla morte.
Effetti dell’Ecstasy più frequenti:
Perdita dell'appetito, insonnia, bocca arida, aumento della frequenza cardica, tensione della mascella e digrignamento dei denti, accessi di caldo e di freddo, sudorazione, mani sudate, scarsa concentrazione, irrequietezza motoria, alterazione dell'andamento, riduzione del giudizio.

L'ecstasy provocando un sensibile aumento della pressione sanguigna può arrecare notevoli danni alle persone con problemi cardiaci, renali o epatici.

Effetti dell'abuso cronico:
Ansia, panico, irritabilità, psicosi cronica e paranoica, flashback, depressione grave, turbe della memoria.

 

 

 

 

 

 

RISCHI A MEDIO E LUNGO TERMINE
In relazione alle sostanze da taglio ed ai solventi utilizzati, presenti nelle compresse, possono insorgere malattie al fegato ed insufficienze renali.
Un altro pericolo può essere causato dalla frequenza di assunzione. Occorrono diversigiorni per riequilibrare i livelli di serotonina dopo un'assunzione. Se il consumatore non rispetta questo tempo, sovrastimolando le cellule cerebrali, può andare incontro a disfunzioni del sistema neurochimico e a conseguenti problemi psichici (disturbi della personalità, depressione, irascibilità, manie di persecuzione e fobie)
RISCHI A MEDIO E LUNGO TERMINE
In relazione alle sostanze da taglio ed ai solventi utilizzati nella preparazione delle compresse, possono insorgere malattie al fegato ed insufficienze renali.
Un altro pericolo può essere causato dalla frequenza di assunzione. Occorrono diversi giorni per riequilibrare i livelli di serotonina (regolatore dell’attività cerebrale) dopo avere assunto ecstasy. Se il consumatore non lascia passare del tempo tra una assunzione e l’altra, sovrastimola le cellule cerebrali, e può andare incontro a disfunzioni del sistema neurochimico con conseguenti problemi psichici (disturbi della personalità, depressione, irascibilità, manie di persecuzione e fobie).
Alcuni consumatori, giunti al culmine degli effetti della prima pastiglia, ingeriscono un’altra dose per prolungare l’esperienza. Ciò può comportare:
tachicardia
sudorazione eccessiva, capogiri, svenimenti
irrequietezza
crampi
attacchi di panico.
LSD e ALLUCINOGENI
Tra gli allucinogeni sono inserite una serie di sostanze, anche difformi tra loro, ma che presentano effetti simili. Vengono di solito assunte per via orale e rapidamente si ottengono gli effetti ricercati.
Nell’utilizzo delle ALLUCINOGENI non esistono veri e propri effetti ricercati perché l’esperienza è fortemente soggettiva, imprevedibile e caotica, varia a seconda del contesto, delle personalità coinvolte e dello stato d’animo nel momento dell’assunzione della sostanza.
Oltre l'LSD, che è una sostanza prodotta in labotatorio (a partire da composti di origine vegetale), esistono altre sostanze allucinogene disponibili in natura. Fra queste le più conosciute e le più usate sono la Mescalina e la Psilocina. La prima è contenuta in vari generi di cactus e soprattutto nel Peyote, la seconda in molti funghi dei generi Psilocybe, Copelandia, Panaeolus e altri.
Gli Allucinogeni, utilizzate come droghe, sono vendute sul mercato clandestino come pastiglie (dette acidi) o sono contenuti in piccoli cartoncini (francobolli) o in piccole zollette di zucchero.
Gli allucinogeni non producono dipendenza, ma generano una fortissima tolleranza.
L’LSD (dietilammide dell’acido lisergico) è la droga allucinogena più conosciuta usata per via orale. E’ un prodotto di sintesi, commercializzato sotto forma di pillole, di francobolli o zollette di zucchero.
La composizione del prodotto è sempre varia e incerta, così come i dosaggi.
Spesso l’LSD viene commercializzato mescolato a diverse sostanze di taglio (anfetamine, ecstasy , stricnina ecc…) che influenzano fortemente gli effetti..
Caratteristica dell'LSD è la sua straordinaria potenza farmacologica. Piccole quantità possono avere effetti drammatici, prolungati nel tempo e con successivi e sgradevoli fenomeni di flashback: ricorrenza dell'esperienza psichedelica per brevi periodi, anche di pochi secondi, a scadenza di mesi (tale eventualità, comune anche agli altri allucinogeni, è correlata alla liposolubilità di tali sostanze che possono permanere inattive nei depositi adiposi all'interno dell'organismo).
Descrivere gli effetti dell'LSD è piuttosto complesso, poiché si tratta di una sostanza che, come gli altri allucinogeni, determina reazioni individuali molto soggettive, variabili e imprevedibili, e caotiche.
Il principale effetto è il trip, il “viaggio”, un'esperienza psichedelica, "rivelatrice della psiche", che provoca distorsioni percettive (sembra di volare, essere in un mondo fantastico tutto variamente colorato, le parole si trasformano in musica, ecc.) ed allucinazioni (vedere belle figure o mostri, sentire voci strane, ecc).
Qualunque sia la via di somministrazione si assorbe rapidamente. Il trip dura da 2 a 12 ore, a seconda del tipo di sostanza e della dose; è imprevedibile (dipende dallo stato mentale, dalla personalità e dalle aspettative del soggetto) e può essere anche spiacevole e angosciante (bad trip).

Le reazioni sono alquanto mutevoli in relazione alla personalità dei consumatori ed alle differenti situazioni ambientali. Tale imprevedibilità suggerisce spesso di effettuare l'esperienza in compagnia di almeno una persona che non assuma la sostanza e che possa eventualmente scongiurare gli eccessi dovuti alla frequente perdita di controllo sulla realtà da parte dei consumatori.
EFFETTI DELL’LSD SULL’ORGANISMO

Gli effetti possono essere “positivi”: la "rivelazione" (scoperta di nuovi aspetti e forme in oggetti comuni), le visioni caleidoscopiche (arabeschi o disegni geometrici), le sinestesie (il sentire i colori e il vedere i suoni), la dissoluzione delle immagini in forme di luce e colore, la sensazione di dissociazione della mente dal corpo; si possono avere profonde sensazioni di armonia interiore e di sintonia con l'universo, fino al raggiungimento di stati estatici con alterazione della percezione dello scorrere del tempo.
Gli effetti negativi “bad trip” si manifestano con crisi di ansia, angoscia, e panico, fino al senso di dissociazione e alla perdita di identità. Per questi casi sono necessarie altre persone in grado di rassicurare e calmare il soggetto in crisi.
Fisiologicamente l'LSD può determinare varie e differenti risposte: nausea, sudorazione, ipertermia, ipertensione, tendenza a ridere o piangere. Si possono assumere posture bizzarre, sonnolenza o viceversa ipervigilanza e iperattività muscolare. Possono inoltre verificarsi vertigini, tremori e, nelle donne, contrazioni uterine.
Psicologicamente chi assume LSD va spesso incontro alla perdita dell'orientamento temporale e della sensazione stessa del tempo, a stati confusionali e di deficit cognitivo fino alla stessa incapacità di distinzione fra realtà e immaginazione, nonché al delirio. In tali condizioni il comportamento di chi ha assunto LSD può essere imprevedibile e in alcuni casi violento nei confronti di altri o di se stessi. Si possono verificare situazioni di estrema agitazione, di distorsione paranoica degli stimoli, fobie, ipereccitabilità e instabilità dell'umore.
Esperienze di questo genere, soprattutto se ripetute, possono provocare disturbi comportamentali, difficoltà di memoria, ansia, depressione e allontanamento dalla vita sociale.
In personalità non ben strutturate, specialmente nei giovani, determinano gravi e prolungati s
quilibri, fino a danni permanenti sull'assetto psicologico complessivo dell'individuo.
Nei casi più gravi la sintomatologia fisica dell'intossicazione acuta può condurre ad aritmie, vomito con sangue, convulsioni, laringospasmo, parestesie (paralisi transitorie e ripetute), disartria (disarticolazione con assunzione di atteggiamenti fisici innaturali).
Significativo il rischio di morte per overdose, legato soprattutto (ma non soltanto) ad azioni sconsiderate e incontrollate (a volte autodistruttive) conseguenti alla forte alterazione della percezione di sé e della realtà (avere l’impressione di essere trasformati in uccelli e cercare di volare, immaginare di essere super eroi ed agire come tali, ecc.).
La morte per overdose può anche essere diretta conseguenza degli effetti farmacologici della sostanza: emoraggie, forte innalzamento della temperatura corporea e coma ne sono i sintomi iniziali.
INALANTI
Cloroformio, Etere, Popper, Ketamina
Gli inalanti sono sostanze destinate a vari usi industriali ed anche domestici che si trovano in diverse forme: oltre agli "anestetici", esistono altri preparati "volatili" (che cioè evaporano molto rapidamente), fra cui solventi, combustibili, colle, gas di scarico, componenti di vernici e aerosol, che inalate (assorbite per via nasale) possono determinare modificazioni neurofisiologiche e procurare effetti di alterazione della coscienza.
Tra queste sostanze ricordiamo il benzene, il propano, il butano (la miscela di questi ultimi due costituisce il comune gas per accendini), il toluene, i nitrati di amile, il tricloroetano, il tetracloroetilene (o percloroetilene, utilizzato nelle lavanderie per il lavaggio "a secco"), il tricloroetilene (o trielina), i fluorocarburi, il dicloropropano, ecc.
Caratteristica degli inalanti è l'estrema rapidità d'azione nell'organismo.
I solventi in genere vengono inalati direttamente dai loro contenitori o da stracci imbevuti, oppure se ne convogliano i vapori in appositi sacchetti dai quali vengono successivamente aspirati.
Gli INALANTI, proprio in relazione alle particolari modalità di assunzione (respirati ed assorbiti dai polmoni), raggiungono quasi istantaneamente il flusso sanguigno.
Ne deriva un effetto intenso ("botta"), come un'improvvisa sensazione di ubriachezza e stordimento. Tale effetto dura in genere pochissimi minuti, spesso accompagnato da sensazione di euforia e propensione al riso incontrollabile. In alcuni casi, e in relazione alle dosi assunte, si registrano allucinazioni.
La ridottissima durata dell'effetto spesso si traduce in ripetute assunzioni a brevissima distanza di tempo l'una dall'altra, che consentono di mantenere l'ebbrezza per diverse ore.
Notevoli sono gli effetti psicologici e fisici del consumo di inalanti.
Questi agiscono sul sistema nervoso centrale producendo repentinamente vasodilatazione, aumento del ritmo cardiaco (con possibili aritmie ed altre disfunzioni) e della pressione del sangue.
L'uso di tali sostanze si traduce inoltre in aumento della salivazione, ipersensibilità alla luce, sdoppiamento della visione (diplopia), rigidità muscolare e motoria, impulsività, alterazioni delle facoltà critiche e della capacità di giudizio.
Tali sintomi sono dipendenti dal dosaggio e nel caso in cui questo sia elevato possono evidenziarsi stati confusionali e di agitazione, movimenti incontrollati, tremori, crampi addominali, nausea e vomito fino alle disidratazione.
La consuetudine al consumo di queste sostanze può comportare danni a carico dei reni, del fegato, anemie, neuropatie tossiche, congiuntiviti, ulcerazioni del naso e della bocca, riniti, perdita di peso, dolori articolari e toracici, deficit delle capacità di concentrazione e di attenzione, senso di affaticamento, depressione, irritabilità, letargia.
Possono inoltre riscontrarsi sindromi cerebrali dovute ad anossia (carenza di ossigeno al cervello), riduzioni significative dei globuli rossi (anemia) e di quelli bianchi, alterazioni dei livelli di emoglobina.
Il rischio più grave relativo all'uso di queste sostanze è la morte improvvisa, che può sopravvenire per inibizione della respirazione e soffocamento.
Ricordiamo che in ogni caso abbiamo a che fare con sostanze catalogate come tossiche e, per molte di queste, come cancerogene.

Nei soggetti che utilizzano inalanti possono essere evidenziati segni esteriori correlati come l'odore dell'alito, l'evidente mancanza di coordinazione motoria, il rallentamento delle funzioni psichiche, la pronuncia indistinta, il rigonfiamento degli occhi.
Caratteristica inoltre la presenza di eczemi attorno al naso e alla bocca e la presenza di residui di sostanze sulle mani, sul viso.
Molti incidenti mortali contestuali all'uso di inalanti sono inoltre correlati a distorsioni percettive e al senso di onnipotenza da cui possono scaturire comportamenti sconsiderati.
Popper
Fra gli inalanti, una certa notorietà è stata conseguita dal "Popper" (nitrato di amile), non di rado venduto nei sexy shop per le sue presunte proprietà afrodisiache, ma il cui consumo protratto sembra viceversa produrre difficoltà di erezione fino all'impotenza.
Si presenta come un liquido contenuto in una fiala o boccetta colorata.
L’assunzione attraverso inalazione produce una forte vasodilatazione che dà a chi lo usa una sensazione di caldo nel corpo, con un senso di euforia che dura pochi secondi.
Gli effetti sono immediati e durano 2/3 minuti e tra quelli negativi abbiamo nausea, vomito, vertigini, mal di testa, alterazioni della vista, crisi respiratorie, gonfiore al naso, alterazioni del ritmo cardiaco, perdita di coscienza.
L'uso del popper è collegato, in particolare, al mito della sua capacità di potenziare il desiderio e le prestazioni sessuali. L'effetto desiderato è comunque di breve durata e chi lo utilizza è costretto a frequenti inalazioni, per la breve durata dell'effetto di eccitazione. 
Data l'alta infiammabilità e tossicità, risulta particolarmente pericoloso se fumato o inghiottito.
Ketamina
La ketamina (altri nomi: Special K, KET) è un anestetico utilizzato prevalentemente per scopi veterinari che negli ultimi anni si è diffuso come allucinogeno/anestetico.
Si presenta come un liquido molto simile all'acqua, non ha odore e sapore, così può essere aggiunto alle bevande senza essere rilevato, e produce amnesia. A causa di queste proprietà, questa droga è talvolta somministrata a vittime ignare e usata talvolta per commettere crimini sessuali e stupri.
La sostanza si trova sul mercato illegale sia sotto forma di polvere che di liquido. Nel suo uso illecito la ketamina viene fatta evaporare per formare una polvere che può essere sniffata oppure compressa per formare delle pillole spesso usate insieme all’ecstasy.
Il liquido può essere anche bevuto o iniettato per via intramuscolare, aumentando moltissimo il rischio di overdose e provocando paralisi temporanea ed insensibilità ai dolori.
L'effetto della ketamina si manifesta nell'arco di 5-20 minuti, dipende dalla modalità di assunzione, dalla predisposizione del soggetto e dal contesto, e dura circa una ora.
A differenza delle altre droghe, non regala piacere fisico ed energia; il suo effetto è anestetico/dissociativo si può riassumere come un progressivo distacco della mente dal corpo. I consumatori descrivono sensazioni che vanno da una piacevole impressione di volare alla sensazione di essere staccati dal proprio corpo. Si perde progressivamente il senso del tatto, del tempo e si ha la sensazione di essere trascinati fuori dal proprio corpo fino a raggiungere, attraverso una sorta di viaggio extradimensionale, una specie di morte apparente vissuta ad occhi aperti.
Gli effetti secondari sono: dissociazione mente-corpo, paranoie, allucinazioni, deliri, difficoltà respiratorie, nausea, vomito, vertigini, alterazioni del battito cardiaco, incoordinazione motoria, disturbi visivi. Può inoltre provocare una paralisi temporanea e insensibilità ai dolori: è quindi facile subire lesioni senza accorgersene.
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Cercare sensazioni piacevoli, alleviare i malesseri, superare le difficoltà, spingersi oltre i propri limiti fisici, psichici e mentali: questi atteggiamenti e comportamenti sono comuni a tutte le persone. 
Alcune persone però cercano di raggiungere questi effetti ricorrendo a sostanze che alterano piacevolmente lo stato di coscienza e danno la momentanea illusione di superare le difficoltà e di avere accesso a nuove grandiose potenzialità.
Provare le “sostanze” una volta non vuol dire automaticamente "essere drogati".  
Il rischio però è quello di prendere per buona l’illusione di aver trovato la soluzione per i propri problemi, e di non attivarsi in nessun altro modo per risolverli. 
Nessuno pensa di rischiare di diventare dipendente da una sostanza; tutti pensano di farne un uso "controllato" e di poter rimanere padroni della propria vita.  
Questo purtroppo non è mai vEro.
Qualsiasi sostanza crea una dipendenza psicologica per il semplice fatto che non è facile fare a meno di qualcosa che sembra ci dia una soluzione "magica" ed immediata. 
Dietro ogni essere umano c'è un paradiso piccolo o grande dove ci si puo' rifugiare a sognare per vivere. 
R. Battaglia

 

AUSL. N. 1 AGRIGENTO
DISTRETTO DI CANICATTI’
SER.T.

Ser.T. Canicattì - Via Pietro Micca 10 Tel. 0922 733629 Fax 0922 733534
ATTENZIONE:

Rischi, molto gravi per l’uso di Ecstasy
Epatite fulminante – è una forma molto grave e pericolosa secondaria all’utilizzo delle compresse spesso tagliate con sostanze altamente tossiche. Si rischia la vita se non si interviene subito in ambiente ospedaliero.
Incidenti stradali – dopo una serata trascorsa a consumare energie fisiche più del normale, per l’effetto delle compresse, in un ambiente molto rumoroso e particolarmente illuminato, uscendo le prime ore del mattino dalla discoteca e trovandosi in un ambiente calmo e silenzioso, si va facilmente incontro al colpo di sonno, e se si è alla guida di un’auto l’incidente è molto facile. Altra causa di incidenti possono essere le allucinazioni visive che possono presentarsi dopo avere consumato compresse tagliate con allucinogeni.


                    

 

 
a cura di Nadia Salvaggio  INFO
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